Telgate, raccolta firme dei cittadini a sostegno dell'ordinanza anti-ebola
Martedì mattina, all'indomani della notizia del ricorso al Tribunale di Bergamo contro la cosiddetta ordinanza anti-ebola, alcuni cittadini di Telgate hanno organizzato una raccolta firme spontanea a sostegno dell'azione dell'amministrazione comunale.
Il ricorso al Tribunale di Bergamo da parte di quattro associaizioni da un lato e la raccolta firme spontanea per le vie del paese da parte di alcuni cittadini dall'altro: a Telgate la cosiddetta ordinanza anti-ebola continua a rimanere sospesa tra chi la considera un provvedimento razzista e discriminatorio e chi invece sostiene l'operato dell'amministrazione comunale in nome della tutela della salute.
All'indomani della notizia del ricorso presentato da Asgi, Cooperativa Ruah, Cgil e Anolf Cisl, alcuni cittadini telgatesi, martedì mattina, hanno dato il via ad una raccolta firme spontanea a sostegno della contestatissima ordinanza numero 50 del 26 novembre 2014, indirizzandola direttamente al sindaco Fabrizio Sala.
Un'iniziativa senza alcun fine istituzionale ma che ha il solo intento di manifestare il proprio supporto all'amministrazione comunale, scelta solamente nove mesi fa nella tornata elettorale del 25 maggio: in poche ore erano già state raccolte quasi 100 firme.
Gli stessi promotori nella giornata di mercoledì presenteranno al sindaco di Telgate la richiesta ufficiale di occupazione di suolo pubblico per poter ripetere l'esperienza sotto a un gazebo: in programma anche la stampa di alcuni volantini.
Sulla stessa linea si erano già espresse alcune mamme telgatesi che erano riuscite a raccogliere oltre 150 sottoscrizioni nelle scuole per chiedere che gli alunni stranieri, di ritorno dal proprio paese d'origine, venissero sottoposti a visite di controllo.
La battaglia, un vero e proprio braccio di ferro che si sta combattendo a colpi di comunicati e manifestazioni ora di supporto ora di protesta, verrà probabilmente risolta solamente dal Tribunale di Bergamo che ha fissato un'udienza sul caso per il prossimo 21 aprile, a seguito del ricorso che chiede il riconoscimento del carattere discriminatorio della delibera e la revoca della stessa.