Bolgare discrimina i cittadini stranieri Bocciata la delibera

12.08.2014 14:03

«Bolgare discrimina i cittadini stranieri» Bocciata la delibera

Il Tribunale stoppa la «maxi tassa» per l'abitabilità «Revocare il provvedimento e restituire i soldi» Il sindaco: valutiamo ricorso o nuova disposizione

Emanuele Biava

È una delibera «discriminatoria» e pertanto va revocata, con la restituzione dei soldi agli stranieri che nel frattempo hanno pagato al Comune la maxi tariffa.

Dopo il «cartellino giallo» del ministero arriva la bocciatura del Tribunale di Bergamo alla delibera della Giunta di Bolgare che a gennaio aveva portato da 150 a 500 euro il costo del certificato di idoneità alloggiativa, facendo piovere sul Comune leghista accuse di discriminazione perché il documento in questione è indispensabile per diverse pratiche richieste dagli immigrati.

A portare il caso in Tribunale sono stati tre cittadini stranieri insieme all'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), alla Cooperativa Impresa sociale Ruah e alla Cgil. Il giudice Andrea Carli della prima sezione civile ha accolto il ricorso, ordinando al Comune di «cessare la condotta discriminatoria e revocare la delibera», restituendo «la somma di 350 euro (è la differenza tra la vecchia tariffa e quella contestata, ndr) a tutti gli stranieri che abbiano fatto richiesta del certificato nel periodo di validità della delibera».

Nella sentenza il giudice evidenzia che il certificato «è condizione necessaria» per gli stranieri che vogliono sottoscrivere «un contratto di soggiorno per lavoro subordinato, per la richiesta di carta di soggiorno e per la richiesta di nulla osta al ricongiungimento familiare» ed è dunque «uno strumento ben più significativo per gli stranieri rispetto ai cittadini italiani e ancora più significativo è il maggiore svantaggio sofferto dagli stranieri per l'aumento dell'importo».

E il dibattito si riapre. «Serve un cambio di rotta - commenta Orazio Amboni della Cgil -. Vanno abbandonate le pratiche discriminatorie e adottate politiche locali che favoriscano l'integrazione e la convivenza. L'Unione europea mette a disposizione risorse economiche per favorire questi processi. Dal Consiglio di rappresentanza dei sindaci e dalla Prefettura ci si attende un ruolo di guida». Giuseppe Guerini, deputato del Pd che aveva presentato un'interrogazione sul caso Bolgare, commenta: «La Lega mi ha accusato di pensare più agli stranieri che ai bergamaschi: vorrei sapere come giustificheranno ai bergamaschi i soldi pubblici che il Comune leghista dovrà sborsare per le spese legali (7.254 euro più Iva, ndr). È ora di governare il fenomeno dell'immigrazione in modo serio e responsabile, senza demagogia e delibere inutili». Per Fabio Defendi, della minoranza «Spazio Comune» di Bolgare, la sentenza «ha ristabilito un principio di legalità. Per la sicurezza non servono queste ordinanze, ma un percorso di incontro e conoscenza, lavorando sul piano culturale ed educativo».

«È una sentenza scollegata dalla realtà - ribatte Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega -: i nostri sindaci andranno avanti seguendo Telgate, che mette al centro i costi vivi che le amministrazioni devono sostenere per le certificazioni». E da Bolgare il sindaco Luca Serughetti conclude: «Valuteremo se presentare ricorso o revocare la delibera, riformulandone una nuova che tenga conto della sentenza. Restiamo convinti che servano controlli e che i costi non debbano ricadere sulla collettività, ma su chi chiede determinate certificazioni. Forse avremo sbagliato sentiero, ma la meta è giusta e troveremo il modo di raggiungerla». •

«Una sentenza che può aiutare - commenta Sergio Caprini del Comitato antirazzista "500 euro" - ma ci vuole ben altro. Perché la Prefettura è latitante? Altri comuni leghisti adotteranno delibere simili e noi proseguiamo la lotta: a settembre organizzeremo una grossa iniziativa provinciale».